lunedì 22 febbraio 2010

Emilio Farina, ponteggio d'artista al Duomo di Siena


Dopo il Ponteggio d’Artista realizzato durante i lavori di restauro sul prospetto della Libreria Piccolomini nel 2009, Emilio Farina – artista vicentino che vive e lavora a Roma - torna all’interno del Duomo di Siena con un progetto site-specific sul fronte della berniniana Cappella del Voto. Il Ponteggio d'Artista MISE EN SCENE sarà visibile al pubblico dal 12 marzo al 31 luglio.

Grazie al sostegno dell’Opera del Duomo, con il contributo dell’Impresa PT Color, responsabile dei lavori di restauro, l'artista ha dimostrato ancora una volta che è possibile eseguire impegnativi interventi su monumenti, senza che l’inevitabile ingombro del cantiere costituisca una diminuzione dei valori del contesto. Al contrario, ha trasformato la temporanea situazione di disagio in un’occasione di arricchimento formale e di momentanea sperimentazione.

Per questo progetto Emilio Farina ha realizzato, sulle strutture esterne del cantiere, un’opera d’arte contemporanea che interagisce con l'antico che ha, per il limitato tempo dei lavori, il raro privilegio di confrontarsi con i massimi capolavori conservati all’interno della chiesa. Per il suo dipinto - che avvolge il basamento del ponteggio per oltre 30 metri di base per 2,50 di altezza - ha tratto ispirazione dalla ricchissima pavimentazione intarsiata che è uno degli elementi che s’imprimono con maggiore e duratura forza nel ricordo dei molti visitatori del Duomo. Le figure disegnate dal Pintoricchio nel suo Colle della Virtù s’insinuano sotto la recinzione del cantiere e ricompaiono, prospetticamente scorciate, come moderne anamorfosi, quasi a proclamare ufficialmente aperto il confronto tra l’Antico e il Contemporaneo ricercato dall’Artista. Si snoda così un variopinto filo di Arianna che, partendo dalle rappresentazioni quattrocentesche del pavimento, arriva a ricongiungersi con la memoria delle statue barocche conservate all’interno della Cappella, qui riproposte per allusive citazioni. Sulla facciata, intesa non come barriera di chiusura ma come proiezione di ciò che accade all’interno della Cappella nel corso del restauro, disegna una nuova mappa del percorso artistico, resa comprensibile per accordi e dissonanze spaziali, preludio ad altre invenzioni, con labirinti policromi e volute cancellazioni, colature e innesti materici, che prefigurano un nuovo ordine formale. Predomina, come del resto nella bicromia bianco-nero delle pietre del paramento interno, un deciso andamento orizzontale che si oppone allo slancio verticale degli alti pilastri e del grande ponteggio soprastante, che si arrampica, ammantato in un candido velario, fino alle volte a crociera.




All’interno di questa programmata macchina scenica si svolge, ritualizzato e a tratti visibile, il muto balletto dei restauratori, allo stesso tempo protagonisti e comparse di un serrato discorso operativo, teso a recuperare l’immagine pura dell’arte e a proporre nuovi impensati equilibri. In trasparenza, dentro una velatura di oltre 16 metri, l’Artista accompagna il loro lavoro con bianche sagome sospese, baluginanti di oro, a richiamare concettualmente i molti ex-voto che nei secoli si sono stratificati, fratelli minori, accanto al messaggio di fede testimoniato dalla fastosa Cappella secentesca.




Emilio Farina non è nuovo a interventi e installazioni in monumenti storici, sempre in collaborazione con gli Enti o con le Soprintendenze del luogo, tesi ad una reinterpretazione o anche integrazione del monumento storico e delle opere in esso contenute, che modifica e talora quasi cancella l'originale suggestione visiva, fino a sovrapporsi ad essa in un approccio del tutto personale. Solo per ricordarne alcuni, richiamiamo lo ‘storico’ allestimento nel Pantheon del 1992, il monumentale Crocefisso nel Duomo di Prato del 2000, l'installazione Un'assenza rituale a Palazzo Altemps a Roma - in occasione del temporaneo allontanamento dal Museo del Trono Ludovisi (2007) – e altre opere a Villa d'Este a Tivoli, nella Libreria di Palazzo Altieri (2006 e 2008), a San Michele a Ripa (2007), a Palazzo Spada (2008), fino alla collocazione permanente dello spettacolare “Cristo della Valle” nella Chiesa di S. Michele a Sasseta di Vernio, inaugurata nel 2008.
Duomo di Siena
dal 12 al 31 luglio 2010
Emilio Farina
MISE EN SCENE - Ponteggio d’artista
installazione
Materiali: terre coronate, carta, polistirolo
Misure: base 30 x 18 metri di altezza
orari: 10.30-19.30, festivi 13.30-17.30
Info: www.emiliofarina.it

Nicoletta Curradi

venerdì 12 febbraio 2010

Il bello e il buono della valle del Serchio, una nuova guida del Gambero Rosso


Presentata in anteprima l'11 febbraio al Consiglio Regionale ecco la nuova guida del Gambero Rosso dedicata alla Valle del Serchio, dal titolo "Nella Valle del bello e del buono", edita in collaborazione con la Comunità montana Media Valle del Serchio, Apt Lucca, Garfagnana Ambiente e Sviluppo e con il patrocinio della Provincia e della Camera di commercio.
L'evento si è tenuto con la partecipazione del direttore commerciale del Gambero Rosso Franco Dammico, Icilio Disperati direttore dell'Apt Lucca, l'autore Irene Arquint e l'assessore al turismo e all'agricoltura della Comunità Montana Rolando Bellandi.
Un'analoga presentazione avverrà il 19 febbraio presso lo stand della Regione Toscana alla Bit di Milano.
Riferisce l'autrice, Irene Arquint: «Questa guida ti fa entrare nei luoghi cari a Puccini e all'Ariosto, ma non dimentica di raccontare i drammi dell'emigrazione verso i paesi anglosassoni e i giorni tragici quando su questa terra passava la Linea Gotica.
«Luoghi ancora intatti, tanto che Spike Lee li ha scelti per il suo kolossal militare "Miracolo a Sant'Anna". È una guida targata Gambero Rosso e quindi vi trovate tutto il buono di una valle celebre per il farro Igp della Garfagnana, per la farina di castagne Dop, per il prosciutto Bazzone (presidio Slow Food) e per altri cento prodotti, compreso olio extravergine e vino. Segnalando hotel di lusso e centri benessere ma anche rifugi e vecchie caserme del Seicento diventate albergo.
«È una Toscana sicuramente diversa quella percorsa dal fiume Serchio, più aspra e montuosa, dai tanti risvolti sconosciuti (e raccontati nel libro).
«Ci vanno in vacanza i Kennedy e ha visto fiorire la prima tv italiana tutta musica (Videomusic per la storia). C'è nata un'icona (in tutti i sensi: è ricordato per l'Urlo, Tardelli come Munch) del calcio azzurro e ci producono i metalli per coniare l'euro. Ma è una guida anche e soprattutto per golosi.
«Per scoprire la prima birra italiana prodotta con il farro (un'autentica bontà), un ottimo formaggio di alta montagna, un sanguinaccio come il biroldo (altro presidio Slow Food), il mais ottofile (antica varietà di incredibile sapore), la farina di castagne, il miele, le marmellate, le trote.
«Il "romanzo" di questa valle parte descrivendo l'inarrivabile Lucca - la città dell'"arborato cerchio", cara a Visconti e Monicelli, a Puccini e Boccherini - per poi risalire verso i luoghi cari al Pascoli».

Fabrizio Del Bimbo